Ma quello che fa la differenza rispetto alle epidemie passate e che fa tanto parlare della rivolta di Verbicaro è il diverso contesto storico.
La rivolta di Verbicaro viene allora identificata come la manifestazione del primitivismo barbaro di una Calabria brigantesca e violenta. La presa di distanza dalle “selvaggerie di Verbicaro” da parte delle istituzione e dell’opinione pubblica, diventa ancora più netta se si considera che nel 1911 si festeggia il primo cinquantenario dell’Unità d’Italia e che la rivolta scoppia esattamente un mese prima dell’inizio della guerra italo-turca per la conquista della Libia.
L’epidemia colerica, che nel 1911 imperversa in Italia e in Europa, in realtà, si inserisce nella situazione politica ed economica italiana come un ulteriore elemento destabilizzante. Le autorità sono a conoscenza della gravità della situazione ma non affrontano il problema con l’urgenza dovuta.
La rivolta, è caratterizzata dall’intensa azione repressiva e non dal tentativo di combatterne la causa. Pur conoscendo la situazione sanitaria nessuno si preoccupa o si adopera per ridurre o evitare il dilagare dell’epidemia, e il problema si riduce ad una questione meramente burocratica.
L’intervento del governo nazionale fu diretto e autoritario, e Verbicaro viene occupata dall’esercito per ben tre anni! Militi e non medicinali furono inviati.